Dopo 42 anni il falco pescatore (Pandion haliaetus ha di nuovo nidificato sul suolo italiano (2011). Lo ha fatto nel Parco della Maremma, vicino alla foce del fiume Ombrone, in un’area palustre. Le uova di questo spettacolare rapace si erano schiuse per l’ultima volta in natura nel 1969, in nidi collocati sulle coste sarde e siciliane. In Toscana l’ultima nidificazione documentata è ancora più indietro nel tempo: 1929, isola di Montecristo.
Con meno di un centinaio di coppie riproduttive distribuite tra la Corsica, isole Baleari, Algeria e Marocco, la popolazione mediterranea di falco pescatore costituisce un’entità vulnerabile sotto il profilo conservazionistico. Il successo dell’operazione condotta dal Parco regionale della Corsica e, in particolare dal personale della riserva marina di Scandola, ha creato le condizioni perchè si potesse realizzare un progetto di conservazione coordinato, che interessasse anche le coste italiane. In questo processo si è inserito il Parco Regionale della Maremma, per volontà dell’allora presidente Giampiero Sammuri. Nel 2002, prese il via il progetto di ricostituzione di una popolazione nidificante di falco pescatore nel Parco della Maremma. Nel 2006 ha avuto inizio la seconda fase del progetto, con le prime traslocazioni di giovani individui prelevati dai nidi in Corsica a 5-6 settimane d’età con la tecnica dell’hacking, che prevede il rilascio sul territorio di giovani esemplari provenienti da popolazioni donatrici (Corsica) al termine di un periodo di permanenza in un centro d’involo (un mese circa), che mira a sviluppare nei falchi una filopatria (attaccamento al territorio) tale da portarli, una volta raggiunta l’età riproduttiva, a tornare nell’area per nidificare. La prima straordinaria nidificazione nel 2011 nel Parco della Maremma è stata il frutto dell’incontro tra un maschio proveniente dalla Corsica, cresciuto ed involato nel Parco, e una femmina non conosciuta. Nel 2014 si è aggiunta la nidificazione nella vicina palude della Diaccia Botrona, Riserva Naturale nei pressi di Castiglione della Pescaia e nel 2015 le coppie sono diventate due. Nel 2018 la sorpresa nella Riserva Statale e Oasi WWF Laguna di Orbetello e nel 2019 anche nell’Oasi WWF di Orti Bottagone. Nel 2020 il bellissimo e inaspettato ritorno in Sardegna con una coppia e nido nelle falesie del Parco Regionale di Porto Conte. Nel 2021 un altro ritorno incredibile, nell’Isola di Capraia, Parco Arcipelago Toscano, una coppia si è costituita e ha deposto uova, non schiuse (maschio proveniente da Corsica e femmina sconosciuta). Nel 2022 la novità nella Riserva Naturale Duna Feniglia all’Argentario, con nido e coppia di maschio nato nel 2019 ad Orbetello e femmina non conosciuta. Nel 2024 altra sorpresa, nuovo nido e coppia in Sardegna, sempre nel Parco Regionale di Porto Conte, con uova e schiuse. Ad oggi quindi sono otto le coppie italiane: sei in Maremma toscana (1 Maremma, 1 Orbetello, 1-2 Diaccia Botrona, 1 Orti Bottagone, 1 Feniglia) , una a Capraia (Parco Arcipelago Toscano), e due in Sardegna (Parco Regionale di Porto Conte). Un successo inaspettato con possibilità di espansione in altre isole del Parco dell’Arcipelago toscano e altre aree protette toscane. Il progetto di ricostituzione di una popolazione nidificante di Falco pescatore è stato sostenuto inizialmente dalla Regione Toscana attraverso il programma Interreg III del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, e dal 2015 dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano e Partners. L’iniziativa inoltre è stata incoraggiata da Legambiente e WWF Italia, che nel 2006 ha insignito il Parco della Maremma con il prestigioso “Panda d’Oro” per il valore conservazionistico del progetto.
L’attività di monitoraggio del progetto consiste nell’identificazione degli esemplari nidificanti e dei nuovi nati attraverso l’apposizione di anelli di riconoscimento con le sigle Euring. Inoltre, allo scopo di seguire gli spostamenti degli individui, questi vengono dotati di piccoli sistemi GPS (Global Positioning System) che consentono di individuarne la posizione in tempo reale e studiare le migrazioni e la biologia della popolazione mediterranea.