Con meno di un centinaio di coppie riproduttive distribuite tra la Corsica, isole Baleari, Algeria e Marocco, la popolazione mediterranea di falco pescatore costituisce un’entità vulnerabile sotto il profilo conservazionistico. In Italia la scomparsa della specie si fa risalire tra gli anni ’50 e ’60, probabilmente per una persecuzione diretta.
Anche in Corsica il falco pescatore ha rischiato di seguire lo stesso destino di altre popolazioni mediterranee; nel 1974 ne restavano infatti solo 4 coppie. Fortunatamente, l’adozione tempestiva e prolungata di efficaci strumenti di conservazione e controllo del territorio ha portato ad un recupero straordinario della specie, fino ad arrivare ad una trentina di coppie nidificanti.
Il successo dell’operazione condotta dal Parco Regionale della Corsica e, in particolare dal personale della riserva marina di Scandola, ha creato le condizioni perchè si potesse realizzare un progetto di conservazione coordinato, che interessasse anche le coste italiane. In questo processo si è inserito il Parco Regionale della Maremma, per volontà dell’allora presidente Giampiero Sammuri.
Il WWF Italia già nel 2006 ha insignito il Parco della Maremma del prestigioso “Panda d’Oro” per il valore conservazionistico del progetto.
Nel 2004 prese il via il progetto di ricostituzione di una popolazione nidificante di falco pescatore nel Parco della Maremma, con la prima nidificazione sul fiume Ombrone nel 2011 dopo il rilascio dal 2006 al 2010 di trentatré giovani nati nei nidi presenti in Corsica, trasferiti in un centro di involo e poi liberati in Maremma.
Oggi sono ben otto le coppie nidificanti distribuite tra il Parco della Maremma, la Diaccia Botrona, le vicine Oasi WWF di Orbetello e Orti Bottagone, la Riserva Duna Feniglia e il Parco Regionale di Porto Conte, in Sardegna. L’Isola di Capraia, nel Parco Nazionale Arcipelago Toscano, ha ospitato una copia che ha deposto tre uova, che purtroppo non si sono schiuse. La collocazione del nido lascia sperare però che possa essere questo il nono sito riproduttivo della specie nel prossimo futuro.
Al successo del progetto, tutt’ora in corso, hanno contribuito in modo determinante molte persone. Oltre al già citato Parco Regionale della Corsica, con lo scomparso Presidente G. Chiappini e il suo staff: tutti i componenti del gruppo di lavoro: Giampiero Sammuri, ideatore e coordinatore del progetto, il responsabile scientifico, biologo e ricercatore Andrea Sforzi, il naturalista e biologo Flavio Monti, il faunista e tecnico Vincenzo Rizzo Pinna, l’ornitologo Francesco Pezzo, il grafico-illustratore Alessandro Troisi, Guido Alari e altri tesisti, collaboratori, volontari. Un ringraziamento particolare va ai vertici a al personale di tutti i Parchi coinvolti e ad ISPRA per il supporto al lavoro di campo e la conduzione di analisi genetiche.
Giampiero Sammuri, ideatore e coordinatore progetto Falco pescatore